Dario Rossi, un artista di strada nel senso più alto della parola, un artista che non si colloca se non a metà tra le percussioni, la musica elettronica e la creatività più sana e genuina che viene, appunto, dalla strada. Abbiamo avuto il piacere di ospitarlo a Firenze per una stupenda performance e con l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere. Venite a scoprire qualcosa in più su Dario insieme a Spoon My.
INTERVISTA CON DARIO ROSSI – VERSIONE ITALIANA
A: Sorry I’m not a Deejay intervista Dario Rossi Drummer! Ciao Dario! Come Stai?
D: Ciao! Tutto bene, tu?
A: Io sto benissimo, sono contento che sei venuto a Firenze. Dario è un grande drummer, è un artista di strada, è un deejay, è un musicista. Sei un po’ tutto Dario!
D: In realtà sorry I’m not a deejay, però eh!
A: No, no, ragazzi, non è un deejay! Scusate non è un deejay… Ci racconti la tua storia?
D: Va bene, io, allora, nasco da un interesse per il suono e per la musica in generale in tutte le sue forme perchè da bambino avevo l’interesse per ascoltare dei suoni e riprodurli con degli oggetti di fortuna che trovavo o in casa o in garage. Ero molto appassionato alla musica degli anni 80 perchè quando avevo quattro o cinque anni ascoltavo a casa le musicassette dei miei genitori e io mi soffermavo a sentire i suoni delle batterie elettroniche. le tastiere, i synt. E mi piaceva riprodurle, cioè, emulare gli stessi suoni con degli oggetti in casa. Ascoltavo musica progressive e trance, c’era una radio a Roma chiamata Mondo Radio dove passavano questo tipo di musica e io mi mettevo in camera, la sentivo, mi piaceva e cercavo di imitare quelle cose. Quindi ancora prima di pensare di suonare uno strumento ero, cioè, già avevo un ritmo che veniva da quel tipo di suono, dal suono elettronico comunque. Quindi diciamo che pur essendo batterista, sono un po’ atipico per il fatto ho una predilezione per l’elettronica piuttosto che per il rock… E quindi nulla, bene così…
A: Senti, che oggetti usi nei tuoi live set?
D: Da secchi di vernice, a tubi di alluminio, oppure scarti industriali. Ho un citofono… Ah, ho il pezzo dell’ammortizzatore di una motocicletta che fa un rumore di cristo, è bellissimo!
A: E’ una ricerca o è il caso, il destino che deve darti questi oggetti?
D: No, no, c’è un nesso. Nulla è messo a caso. Tutto quanto ha il suo posto nel set. Infatti anche quando metto a posto gli strumenti dopo il set, anche in quel caso ogni cosa ha il suo posto altrimenti la borsa è piccola, la roba non c’entra dentro quindi. Ogni cosa è calcolata.
A: Siamo curiosi di vederti montare! Progetti futuri?
D: Adesso il mio obiettivo primario è prendere contatti nel mondo che mi interessa, nel mondo techno dei club e realizzare il prossimo anno il mio EP, già sto a un buon punto con le tracce. E quindi il mio prossimo obiettivo è concludere questa cosa e uscire, o autroprodurmi o su un’etichetta, poi vedremo come andrà. Però ecco, il mio prossimo fine è questo.
A: Cosa pensi prima di fare una performance Dario?
D: Penso a fare la performance.
A: Pensi alla musica, al suono, alla gente?
D: Si, mentre suono sono abbastanza concentrato sull’esecuzione, però chiaramente è un’emozione diversa ogni volta che si suona perchè cambia il pubblico. Ogni volta, appunto, è come ricominciare un’altra volta da zero.
A: E’ stato un spettacolo vederti montare questo show, non vediamo adesso l’ora che ti esibisci! Ma su ryanair non puoi viaggiare, bagaglio a mano te…
D: No, evito sempre l’aereo io, sempre bus o… Tra poco andrò anche a piedi o macchina…
A: Ti lasciamo suonare, in bocca a lupo dario!
INTERVIEW WITH DARIO ROSSI – ENGLISH VERSION
A: Sorry I’m not a DJ interviews Dario Rossi Drummer! Hello Dario! How are you?
D: Hello! I’m fine, you?
A: I’m fine, I’m glad you came to Florence. Dario is a great drummer, he’s a street artist, a deejay, a musician. You are a bit of everything Dario!
D: Actually, Sorry I’m not a deejay!
A: No, no, guys, he’s not a deejay! Sorry he’s not a deejay … Why won’t you tell us your story?
D: Well, I am born into an interest in sound and music in general, in all its forms. As a child I had the habit of listening to sounds and playing them back with objects I found around the house or my garage. I was very passionate about the music of the 80’s, because when I was four or five I used to listen to my parents cassettes and I loved hearing the sound of the drums, the keyboards, the synth. And I liked to play them, that is, emulate the same sounds with objects in my house. I use to listen to progressive music and trance. There was a radio in Rome called Mondo Radio, where they aired this kind of music and I would sit in my room tune in, I would feel it, I liked it and I was trying to imitate those sounds. So even before thinking of playing an instrument I was, well , I already had a rhythm that came from that particular sound, from the electronic scene anyway. So let’s say that despite being a drummer, there is something somewhat ‘atypical because of this fondness I have for electronics rather than rock … So, yeah
A: So, what objects do you use in your live sets?
D: From paint buckets, to aluminium tubes, or industrial waste. I have an intercom … Oh, I have this cushion piece of a motorcycle that makes a great sound, it’s beautiful!
A: Is it a search or is it random or is it fate that should give you these objects?
D: No, no, there’s a logic. Nothing is placed at random. Everything has its place in the set. In fact, even when I put the tools back after the set, even then, everything has its place otherwise the bag is too small, the stuff won’t fit. Everything is calculated.
A: We are curious to see you set up! Future projects?
D: Now my primary focus is networking in the world that interests me, the clubs in the techno world, and realise my EP by next year, I’m already at a good point with the tracks. And my next goal is to end this thing and get out, or do my own production or on a label, then we’ll see how it goes. But well that is my next step.
A: What do you think before a performance Dario?
D: I think about the performance.
A: Do you think about the music, the sound, the people?
D: Yes, as I play I’m pretty focused on the execution, however, it is clearly a different emotion every time you play because it the public changes. Every time, in fact, it’s like starting again from scratch.
A: It ‘was great to see you prep this show, we look forward to see you perform! But, well, you can’t travel on Ryanair, you and hand luggage…
D: No, I always avoid planes, I take buses or… soon I will walk or go by car …
A: We’ll leave you to play, good luck Dario!
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